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Nella Berlino di fine Settecento ebrei privilegiati, commercianti, ma anche principi, diplomatici e intellettuali si incontrano nel salotto dell'ebrea assimilata Rahel Levin: da Friedrich Schlegel e Schleiermacher a Wilhelm e Alexander von Humboldt, da Reine a Cari Maria von Weber. Ma la "maledizione" di essere nata donna ed ebrea le preclude accettazione e amore. Per uscire dall'isolamento interiore deve dunque forzare lo spazio fisico e limitato del "salotto", intrattenendo da pari a pari fittissimi rapporti espistolari con centinaia di interlocutori. Ricostruiti prima dal marito e poi dagli studiosi, questi scritti sono finalmente reperibili.